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LHC – oggi in funzione la macchina scientifica più potente dell’universo

Posted by Adriano Trento su settembre 10, 2008

LHC – Large Hadron Collider è il più grande e il più complesso strumento scientifico mai costruito.

Si tratta del più grande acceleratore di particelle nel mondo, si trova 100 metri sottoterra nel territorio tra la Svizzera e la Francia ed ha una lunghezza di 27 chilometri. Ci sono voluti 20 anni per costruirlo ed alla sua realizzazione hanno partecipato 80 paesi.

Oggi, 10 settembre 2008 è stato messo in funzione per la prima volta e a dispetto delle critiche sembra funzionare perfettamente.Questo strumento è in grado di riprodurre un piccolo big bang e questo potrebbe permettere agli scienziati di far luce su molti dubbi legati a quel lontano evento che generò l’universo.
Un esperimento di tale portata non è mai stato eseguito nella storia dell’uomo e quindi le sue conseguenza sono imprevedibili. Lanciato subito l’allarme di una possibile creazione di un buco nero che potrebbe inghiottire la terra, ma gli esperti affermano che è un’ipotesi molto remota.

Per capire meglio di quello che sta succedendo adesso in Svizzera è utile leggere la voce LHC di Wikipedia che spiega bene come funziona l’acceleratore più grande del mondo:

Large Hadron Collider

Il Large Hadron Collider (LHC) è un acceleratore di particelle, è stato collaudato presso il CERN di Ginevra per collisioni tra protoni e ioni pesanti.

LHC è l’acceleratore di particelle più grande e potente mai realizzato dall’uomo, progettato per far collidere protoni ad un’energia nel centro di massa di 14 TeV, mai raggiunta fino ad ora in laboratorio. È costruito all’interno di un tunnel sotterraneo lungo 27 km situata al confine tra la Francia e la Svizzera, originariamente scavato per realizzare il Large Electron-Positron Collider (LEP).

I componenti più importanti del LHC sono gli oltre 1600 magneti superconduttori raffreddati alla temperatura di 1,9 K (-271,25 °C) da elio liquido superfluido che realizzeranno un campo magnetico di circa 8 Tesla, necessario a mantenere in orbita i protoni all’energia prevista. Il sistema criogenico di LHC è il più grande che esista al mondo oltre ad essere il luogo massivo più freddo dell’universo.

L’entrata in funzione del complesso, inizialmente prevista per la fine del 2007, è stata spostata al 10 settembre 2008 alle ore 9:30, inizialmente ad un’energia inferiore a 1 TeV.

Il Large Hadron Collider con i suoi punti sperimentali e preacceleratori. I fasci di protoni e ioni pesanti di piombo partiranno dagli acceleratori in p e Pb. Continueranno il loro cammino nel proto-sincrotrone (PS), nel super-proto-sincrotrone (SPS) per arrivare nell’anello più esterno di 27 km. Durante il percorso si trovano i quattro punti sperimentali ATLAS,CMS,LHCb,ALICE

La macchina accelererà due fasci di particelle che circoleranno in direzioni opposte, ciascuno contenuto in un tubo a vuoto, che collideranno in quattro punti lungo l’orbita, in corrispondenza di caverne nelle quali il tunnel si allarga per lasciare spazio a grandi sale sperimentali. In queste stazioni vi sono i quattro principali esperimenti di fisica delle particelle: ATLAS (A Toroidal LHC ApparatuS), CMS (Compact Muon Solenoid), LHCb ed ALICE (A Large Ion Collider Experiment). Si tratta di enormi apparati costituiti da numerosi rivelatori che utilizzano tecnologie diverse e opereranno intorno al punto in cui i fasci collidono. Nelle collisioni saranno prodotte, grazie alla trasformazione di una parte dell’altissima energia in massa, numerosissime particelle che attraverseranno rivelatori e le cui proprietà saranno misurate dai rivelatori.

Tra gli scopi principali degli studi sarà cercare fra queste particelle tracce dell’esistenza del bosone di Higgs e di nuove particelle.

Il programma scientifico di LHC prevede anche la collisione tra ioni pesanti. Nuclei di piombo potranno essere accelerati all’energia di 2,7 TeV per nucleone, corrispondente a 575 TeV per nucleo.

Il programma scientifico di LHC prevede sei esperimenti, attualmente per gran parte installati e nella fase finale di collaudo. I due esperimenti più grandi sono ATLAS (A Toroidal LHC ApparatuS) e CMS (Compact Muon Solenoid) che sono rivelatori di enormi dimensioni ed avanzata tecnologia realizzati da collaborazioni internazionali comprendenti oltre 2000 fisici. L’esperimento LHCb è invece progettato per studiare la fisica dei mesoni B, mentre ALICE è ottimizzato per lo studio delle collisioni tra ioni pesanti. I due rivelatori più piccoli sono TOTEM e LHCf, specializzati per studiare le collisioni che producono particelle a piccolo angolo rispetto alla direzione dei fasci.

Finalità scientifiche

I fisici di tutto il mondo si propongono di utilizzare LHC per avere risposte a varie questioni che reputano fondamentali per il proseguimento dell’indagine fisica.

* Qual è l’origine della massa? In particolare, esiste il bosone di Higgs, particella prevista nel Modello Standard per dare origine alle masse delle particelle?

* Qual è l’origine della massa dei barioni? Generando del plasma di quark e gluoni si verificherà l’origine non-perturbativa di una larga frazione della massa dell’universo?

* Perché le particelle elementari presentano masse diverse? In altri termini, le particelle interagiscono con il campo di Higgs?

* Sappiamo ora che il 95% della massa dell’universo è costituita da materia diversa da quella ordinaria. Di che si tratta? In altre parole, cosa sono la materia oscura e l’energia oscura?

* Esistono le particelle supersimmetriche (SUSY)?

* Esistono altre dimensioni oltre alle tre spaziali e quella temporale, come previste da vari modelli di teoria delle stringhe?

* Quali sono le caratteristiche della violazione di CP che possono spiegare l’asimmetria tra materia e antimateria, cioè la quasi assenza di antimateria nell’universo?

* Cosa si può conoscere con maggiori dettagli di oggetti già noti (come il quark top)?

Rischi

Secondo alcuni l’LHC potrebbe causare la distruzione della Terra. Secondo questi il CERN potrebbe:

* Creare un buco nero stabile[16]

* Creare strangelet, composti fatti da quark strange, che convertono la materia ordinaria in materia strana

* Creare monopoli magnetici che potrebbero catalizzare il decadimento dei protoni

Il CERN, dopo accurati studi teorici ha ribadito le conclusioni di una valutazione già fatta nel 2003 secondo la quale non sussiste alcun pericolo.

Nel 2003 il CERN aveva sostenuto che è noto da tempo che la Terra viene costantemente colpita da raggi cosmici di energia anche enormemente superiore a quella dei fasci di LHC, senza che ciò causi alcun danno. Inoltre, se pure venissero prodotti mini buchi neri, essi evaporerebbero immediatamente per via della radiazione di Hawking e quindi sarebbero innocui.

Walter Wagner, un avvocato (che si autodefinisce fisico nucleare), aveva sostenuto che un mini buco nero creato in laboratorio è considerevolmente differente da uno creato dai raggi cosmici ad alta energia che colpiscono la Terra. Se i raggi cosmici producono veramente mini buchi neri, come sostengono alcune teorie, viaggerebbero a una velocità relativa alla Terra molto alta (0,9999 c) e, come un neutrino, attraverserebbero la Terra in circa 0,25 secondi senza interagire con la materia; o al massimo se interagissero comunque inghiottirebbero al massimo qualche quark a un ritmo molto lento. Al contrario un mini buco nero creato nell’LHC sarebbe relativamente a riposo, e ci sarebbe una probabilità su 105 che non raggiunga la velocità di fuga terrestre[; nel caso la velocità del minibuco nero fosse minore della velocità di fuga della Terra verrebbe catturato dal campo gravitazionale terrestre e dopo un po’ di tempo interagirebbe lentamente con la materia e acquisterebbe sempre più massa fino a inghiottire la Terra. Questo a patto che la radiazione di Hawking non esista perché se esistesse allora il mini buco nero evaporerebbe e non ci sarebbe pericolo.

Per quanto riguarda la radiazione di Hawking la sua esistenza non è stata ancora verificata e, quindi, potrebbe anche non esistere. Se non esistesse, i mini buchi neri creati sarebbero stabili e potrebbero distruggere la Terra. Tuttavia, afferma il fisico Landsberg, anche se Hawking sbagliasse il mini buco nero divorerebbe la materia così lentamente che per divorare un milligrammo ci vorrebbe più dell’età dell’universo.

Tuttavia, anche se la maggior parte degli scienziati ritiene che non ci sia nessun pericolo, non tutti sono d’accordo con questa affermazione. Secondo lo scienziato tedesco Rossler i mini buchi neri potrebbero nella peggiore delle ipotesi inghiottire la Terra in 50 mesi. Walter Wagner e Luis Sancho hanno citato in giudizio presso una corte delle Hawaii il Cern, il Fermilab di Chicago e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che hanno partecipato alla costruzione dell’acceleratore.

Gli scienziati del CERN, come ad esempio l’italiano Michelangelo Mangano, hanno rivisto ed aggiornato la valutazione dei rischi del 2003 producendo una nuova valutazione dei rischi nella quale hanno ribadito che non c’è nessun pericolo perché:

* per quanto riguarda i buchi neri, essi non sarebbero una minaccia perché:

o evaporerebbero in 10-27 sec. a causa della radiazione di Hawking

+ se non evaporassero, questo vorrebbe dire che la meccanica quantistica è errata e ciò è altamente improbabile.

o pur ammettendo che alcuni mini buchi neri potessero non riuscire a raggiungere la velocità di fuga terrestre, sostiene che, anche se non evaporassero, i mini buchi neri ci metterebbero tempi enormi (tipo 1011 anni) per inghiottire la Terra.

o Inoltre se i buchi neri prodotti dal LHC fossero una minaccia, allora le stelle di neutroni vivrebbero al massimo 100 milioni di anni. Sono state osservate invece stelle di neutroni con più di un miliardo di anni di età. Dunque la probabilità che venga distrutta la Terra è molto bassa, all’incirca 1 su 1022.

* per quanto riguarda gli strangelet non sarebbero una minaccia perché:

o è improbabile che gli strangelet creatisi siano carichi negativamente (poiché il numero di quark strange è minore del numero di quark down e di quark up)

o pur ammettendo che si potessero creare all’LHC alcuni strangelet abbastanza lenti da non rompersi e che siano quindi liberi di crescere, non sarebbero una minaccia perché:

+ se i raggi cosmici generassero strangelet lenti e intrappolati nel campo magnetico galattico, finirebbero in nuvole di gas e dentro le stelle. Le frequenze di esplosioni simili a quelle delle stelle di neutroni lo smentiscono.

+ man mano che cresce la densità di energia, diminuisce la probabilità che si generino strangelet. Dunque non si potrebbero generare all’LHC.

* per quanto riguarda i monopoli magnetici non sarebbero una minaccia perché:

o la Terra viene costantemente colpita da raggi cosmici di energia anche enormemente superiore a quella dei fasci di LHC, senza che ciò causi alcun danno.

* idem per il decadimento del falso vuoto.

Il 10 agosto 2008, Rainer Plaga, un astrofisico tedesco pubblicò sull’archivio arXiv una pubblicazione in cui concludeva che la valutazione dei rischi attuali non aveva dimostrato che i raggi cosmici che colpiscono le nane bianche producono micro buchi neri. Secondo Plaga, i buchi neri prodotti dal CERN potrebbero essere pericolosi. Secondo Plaga, se un micro buco nero venisse creato al LHC, la radiazione di Hawking emessa dal buco nero potrebbe distruggere il CERN e i suoi dintorni o addirittura la Terra. Sostiene che gli effetti di buchi neri prodotti da raggi cosmici che irradiano al limite di Eddington potrebbero non essere rilevati in pesanti corpi astronomici, come le nane bianche ma potrebbero ancora causare un danno significativo a corpi piccoli come la Terra. Plaga afferma che un micro buco nero prodotto al LHC potrebbe dare il via a una reazione a catena “paragonabile a una grande esplosione nucleare nelle immediate vicinanze del collisore.”

Il 20 giugno 2008, l’LHC Safety Assessment Group (LSAG), il team che si occupa della valutazione di rischio per l’LHC, ha rilasciato un nuovo rapporto sulla sicurezza che va ad aggiornare quello del 2003 , nel quale riafferma ed estende le precedenti conclusioni riguardo al fatto che “le collisioni provocate dal LHC non presentano alcun pericolo e non vi è motivo di preoccupazione” il rapporto del LSAG report è stato quindi revisionato e vagliato dal CERN’s Scientific Policy Committee, un gruppo di scienziati esterni che offrono consulenza al CERN.  Il 5 settembre 2008, il documento del LSAG, “Review of the safety of LHC collisions” è stato pubblicato sul Journal of Physics G: Nuclear and Particle Physics .

Alcuni scienziati si sono rivolti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per fermare l’esperimento in quanto potrebbe (secondo loro) produrre un pericoloso buco nero ma la Corte Europea ha respinto la richiesta.

[Fonte – wikipedia]

Il sito dell’ansa pubblica un interessante ABC per capire quello che fa LHC:

L’Abc per capire il super acceleratore Lhc:

Ecco alcuni termini chiave per capire l’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra:
ACCELERATORE: è una macchina costruita per produrre fasci di particelle ad alta energia per studiare oggetti molto piccoli.
ANTIMATERIA: è composta da particelle con carica negativa rispetto a quelle della materia ordinaria. Lhc intende produrle.
BOSONE DI HIGGS: è la particella capace di spiegare perché esiste la massa. Nessuno l’ha mai vista e Lhc intende produrla.
BUCO NERO: corpo celeste con un’attrazione gravitazionale tale da impedire che nulla si allontani dalla sua superficie.
COLLISIONE: avviene quando le particelle si scontrano nell’ acceleratore al ritmo di 800 milioni al minuto.
DECADIMENTO: particelle come quark, leptoni e bosoni possono trasformandosi in particelle più leggere. La particella più pesante e instabile decade in quella più leggera.

ELETTRONVOLT (eV): si misurerà così l’energia cui avvengono le collisioni. Un eV è l’energia acquistata da un elettrone libero quando passa attraverso una differenza di potenziale elettrico di un volt.
FORZE: sono quattro quelle che spiegano i fenomeni naturali: gravitazionale, debole, elettromagnetica e forte.
GeV: il primo fascio che percorrerà l’Lhc avrà l’energia di 450 GeV, ossia 450 miliardi di elettronvolt.

HADRON: in italiano adrone, è la particelle che si forma quando i quark si legano ad altre particelle (gluoni).
INTERAZIONE: avviene fra due oggetti che si influenzano reciprocamente, ad esempio tramite forze.
LUNGHEZZA: l’acceleratore occupa un anello sotterraneo lungo 27 chilometri a cento metri di profondità al confine tra Francia e Svizzera.
MATERIA OSCURA: occupa il 25% dell’universo. L’Lhc intende produrre particelle di questo tipo.
NUCLEI DI PIOMBO: anche questi saranno accelerati nell’Lhc.
– ORIGINE DELL’UNIVERSO: l’esperimento Alice intende studiare la materia subito dopo il Big Bang da cui è nato l’universo.
PROTONI: Lhc punta rivelarne il decadimento, contribuendo alla teoria di riferimento della fisica, il modello standard.
QUARK: componente fondamentale degli adroni. Ne esistono sei varietà, chiamate sapori, che si combinano formando mesoni, protoni e neutroni.
QUATTRO: gli esperimenti dell’Lhc: Atlas, Alice, Cms e Lhcb.
RAGGI COSMICI: particelle ad alta energia di origine extraterrestre che possono essere rivelate con osservazioni al di sopra dell’atmosfera.
SUPERCONDUTTORI: lo sono i 1.600 magneti che dirigono i fasci di particelle nell’Lhc.

TeV: dopo la fase di avvio nell’Lhc si raggiungerà l’energia di cinque TeV (5.000 miliardi di elettronvolt) e poi di sette TeV (7.000 miliardi di elettronvolt).
TEMPERATURA: per il funzionamento dell’Lhc dovrà essere molto bassa, fino meno 271 gradi.
UNIVERSO: la materia visibile ne costituisce appena il 5%. L’Lhc aiuterà a capire le altri componenti.

VUOTO: i fasci di particelle dovranno muoversi nel vuoto per raggiungere la velocità pari al 99,9% di quella della luce.
– ZERO: alcuni fisici hanno visto nell’avvio di Lhc la fine del mondo, ipotesi respinta dal resto del mondo scientifico.

[Fonte – Ansa]

Sempre ANSA pubblica poche ore dopo l’inizio dell’esperimento la notizia che annuncia il buon funzionamento del LHC:

2008-09-10 13:17

Al lavoro la macchina che vedrà il Big Bang

ROMA – Un lancio verso l’esplorazione delle frontiere dell’infinitamente piccolo: la tensione che oggi ha accompagnato l’avvio dell’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, è paragonabile a quella del lancio di una navetta spaziale.

L’obiettivo, in questo caso, è ancora più ambizioso perché una macchina così grande e potente promette di rivoluzionare la fisica: la scommessa è riuscire a capire quello che è successo negli istanti che hanno immediatamente seguito il Big Bang che ha dato origine all’universo, quando molto probabilmente sono entrate in gioco leggi fisiche molto diverse da quelle note oggi.
“E’ stato un lancio nel microcosmo”, ha detto il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che ha seguito tutte le fasi dell’avvio dell’Lhc dalla sede centrale dell’istituto a Roma, in collegamento con il Cern. Un evento storico e “importantissimo”, come lo ha definito il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) ed ex direttore generale del Cern, Luciano Maiani, che ha seguito le operazioni da Ginevra. Un successo pieno, quello ottenuto oggi, e vissuto fra un grande entusiasmo. Nella notte qualche difficoltà nell’apparato che controlla le bassissime temperature della macchina aveva creato qualche momento di tensione, che questa mattina ha comportato un leggero ritardo. Ma tutto è stato superato nel migliore dei modi.
Sotto gli occhi si tutto il mondo (dal Big Bang Breakfast organizzato in Gran Bretagna al pigiama party imposto agli Stati Uniti per il fuso orario) la macchina si è accesa e il primo fascio di protoni l’ha percorsa interamente, completando il giro dei 27 chilometri dell’anello dell’Lhc in poco meno di un’ora, alle 10,27. In realtà, ha spiegato il vicepresidente dell’Infn, Umberto Dosselli, i protoni sono stati iniettati a un’alta energia (450 miliardi di elettronvolt, GeV), tale da far raggiungere il 99% della velocità della luce e percorrere un intero giro in un decimo di secondo.
Ma per verificare che la macchina riuscisse a “vederle” in ogni punto del percorso, le particelle sono state bloccate in almeno otto diverse tappe da schermi simili a lastre fotografiche. Di volta in volta venivano iniettati nuovi fasci (tutti relativamente piccoli, di qualche milione di protoni), ognuno dei quali bloccato in un punto diverso e misurato. Tappa dopo tappa, i protoni sono stati “visti” da tutti gli apparati dei quattro esperimenti dell’acceleratore (Alice, Cms Lhcb e Atlas).
Ma il primo “lampo” è esploso quando i protoni hanno incontrato il gas residuo nell’esperimento Cms. E’ stato un altro dei momenti emozionanti di questa lunga mattinata. Poi l’applauso e i brindisi che hanno salutato il completamento del primo giro in questo percorso a tappe. “Adesso – ha aggiunto Dosselli – si continua a iniettare nuovi fasci di particelle, in questa fase di rodaggio della macchina. L’Lhc funzionerà a regime fra qualche mese, nel quale una delle cose principali da fare sarà imparare a capire quando fascio diventa instaile e a gestirlo”.

Le prime collisioni sono attese fra circa un mese e per l’inizio del prossimo anno l’ acceleratore più potente del mondo funzionerà a regime, alla temperatura di 7.000 miliardi di elettronvolt (TeV). Inizia l’ avventura dell’Lhc, che funzionerà almeno per i prossimi 25 anni, ma forse anche di più, visto che periodicamente sarà modificata e “ringiovanita”.

[Fonte – Ansa]

9 minuti dopo esce anche l’articolo sul corriere:

Ginevra, acceso il super acceleratore

E al Cern si brinda: «Funziona tutto»

Il primo fascio di protoni, «sparato» nell’anello di 27 chilometri, ha completato senza problemi il primo giro

GINEVRA – Nonostante i «piccoli problemi elettrici» sorti nella notte, si è acceso l’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Colider (Lhc) del Cern di Ginevra. Il primo fascio di protoni è stato «sparato», quasi alla velocità della luce, e ha completato con successo il primo giro dell’anello lungo 27 chilometri della più grande macchina mai costruita al servizio della fisica. I ricercatori del centro di controllo del Cern di Ginevra hanno accolto con un applauso il completamento della prima fase dell’esperimento. Un grande applauso e un brindisi hanno salutato l’evento storico anche nella sede dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) a Roma, in collegamento con il Cern di Ginevra. La tensione era altissima, a Roma come a Ginevra, dove i ricercatori hanno seguito le ultime fasi del percorso del fascio di protoni nell’anello dell’acceleratore seduti in cerchio attorno ai monitor del centro di controllo dell’Lhc. Erano presenti tutti gli ex direttori generali del Cern, compresi gli italiani Luciano Maiani, oggi presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), e Carlo Rubbia. «È più emozionante di un lancio spaziale», ha detto il presidente dell’Infn, Roberto Petrozio, commentando tutte le fasi dell’evento. «Quello di oggi è un lancio del microcosmo che promette di avere un’importanza fondamentale per la fisica».

LAMPO DI PROTONI – Durante il giro è stato osservato anche un lampo di particelle mentre il fascio di protoni attraversava il gas residuo presente nel rivelatore di uno dei quattro esperimenti, il Cms. Non si tratta, naturalmente, di una collisione fra protoni perché in questo momento sta circolando un solo fascio, ma è la prima evidenza che tutto sta funzionando bene.

CACCIA ALLA «PARTICELLA DI DIO – Sono partiti dunque i quattro esperimenti previsti nel progetto più ambizioso della fisica moderna: gli scienziati sperano che possa materializzarsi il bosone di Higgs, detta la «particella di Dio», una particella inafferrabile che spiega l’esistenza della massa, mai individuata, ma solo ipotizzata dallo scienziato scozzese Peter Higgs. In sostanza si spera di ricreare le condizioni del Big Bang che ha generato l’universo svelando i misteri della fisica particolare. Altri esperti tuttavia hanno manifestato il timore che si possa invece generare anti-materia – i cosiddetti buchi neri – e questo ha scatenato l’interesse generale nei confronti della fisica delle particelle prima dell’avvio della macchina. Il Cern ha assicurato che le preoccupazioni sono infondate e che il Large Hadron Collider è sicuro.

«LA SPERANZA DI GRANDI SCOPERTE» – «Abbiamo due emozioni: la soddisfazione per aver completato una grande missione e la speranza di grandi scoperte davanti a noi». Così Robert Aymar, direttore generale del Cern di Ginevra, ha commentato il via agli esperimenti del maxi-acceleratore.
[Fonte – il Corriere]

Repubblica invece pubblica quest’altro articolo

Cern, attivato l’acceleratore Lhc

“E’ andato tutto come previsto”

Le particelle hanno percorso senza problemi i 27 chilometri del tunnel

GINEVRA – L’acceleratore è stato attivato e tutto è andato come previsto: nessuna apocalisse all’orizzonte. L’esperimento preliminare del Lhc (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra è partito come da programma poco dopo le 9 e 30, con l’obiettivo di verificare il funzionamento del più grande acceleratore di particelle del mondo, costato oltre 6 miliardi di euro. Per “vedere” i primi protoni scontrarsi tra loro e ricreare così le condizioni del Big Bang, bisognerà invece aspettare qualche giorno, mentre la piena efficenza del Lhc sarà raggiunta solo nel 2009.
La prova. Nel test di oggi per la prima volta un fascio di particelle, composto da un miliardo di protoni, ha percorso interamente l’anello di 27 chilometri, senza però essere “accelerato” dai magneti superconduttori e quindi con una velocità inferiore a quella prevista per gli esperimenti, che sfiora quella della luce. La prova preliminare procederà con l’iniezione di un altro fascio in direzione opposta, utile perchè si possa verificare la perfetta percorribilità del tunnel in entrambi i “sensi di marcia”.
Durante l’esperimento si è osservato anche un “lampo”, creato dall’interazione tra i protoni del fascio e quelli del gas rimasto nell’acceleratore.
Le reazioni. Il direttore del Cern Robert Aymar esulta. “Abbiamo due emozioni: la soddisfazione per aver completato una grande missione e la speranza di grandi scoperte davanti a noi”.
Glio fa eco il presidente del Cnr ed ex direttore del Cern, Maiani: “Il test di oggi è estremamente importante. Con Lhc si apre una nuova generazione di macchine, inoltre – precisa – il principio delle collisioni che oggi viene applicato con Lhc è stato inventato in Italia negli anni ’60, a Frascati, nell’anello dell’acceleratore Ada da un fisico austriaco che all’epoca si era trasferito a fare ricerca da noi”.

Sottolinea il contributo italiano anche il presidente dell’istituto nazionale di fisica nucleare Roberto Petronzio: “E’ una svolta per la scienza, oggi comincia un nuovo percorso e i 600 fisici italiani che hanno collaborato all’esperimento potranno dire di esserci stati”.

Il problema tecnico. Nella notte, durante i preparativi per il test della mattina, il Cern aveva comunicato che erano stati rilevati alcuni “piccoli problemi elettrici”, che non hanno tuttavia impedito lo svolgimento dell’esperimento preliminare.
I prossimi esperimenti. Nei prossimi giorni verranno iniettati nuovi fasci di protoni, che verranno poi accelerati e fatti scontrare. Sono 4 gli esperimenti principali su cui si concentreranno i circa 3.000 fisici coinvolti nel progetto: Atlas e Cms daranno la caccia al bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio” che ha dato massa a tutte le altre, Lhcb studierà le differenze tra materia e antimateria, mentre Alice si occuperà dello stato della materia nei primi istanti dell’universo.

[Fonte – Repubblica]

Per l’occasione odierna anche Google ha dedicato all’evento uno dei suoi adattamenti del proprio logo:

Ed ecco qualche video interessante che parla dell’evento:

Ed ecco il famoso rap che spiega come funziona LHC:

concludo citando il sito ufficiale CERN:

www.cern.ch

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